il 23 Luglio su RAI 2 il documentario "Generazione di Fenomeni"

Leggo su volleyball.it la seguente notizia:

https://www.volleyball.it/2024/07/16/notizie/argomenti/internazionale/articolo/televisione-su-rai2-generazione-di-fenomeni-la-miglior-squadra-di-pallavolo-del-xx-secolo.html

Andrea Zorzi 3 anni fa aveva caricato su Youtube un´interessante serie di interviste dal titolo "Processo alla Vittoria" in cui dialogava con i compagni di squadra della vittoria del Mondiale del 1989.

La serie si trova qua:

https://www.youtube.com/watch?v=QXwdhtG23Rk

Grazie, lo ha accennato ieri Colantoni.
Ad oggi è un contenuto accessibile solo agli abbonati Sky Sport. Lo avevano reclamizzato e l'ho cercato per mezz'ora salvo poi capire che la mia ricerca su Sky non lo trovava perché ho l'abbonamento base.
Mi chiedo come mai i diritti siano stati gestiti in questo modo...

Emanuela ha scritto:Grazie, lo ha accennato ieri Colantoni.
Ad oggi è un contenuto accessibile solo agli abbonati Sky Sport. Lo avevano reclamizzato e l'ho cercato per mezz'ora salvo poi capire che la mia ricerca su Sky non lo trovava perché ho l'abbonamento base.
Mi chiedo come mai i diritti siano stati gestiti in questo modo...

A cosa ti riferisci? Perché il documentario in questione non c'è proprio su Sky ma magari mi sfugge qualcosa.

Heinrich ha scritto:

Emanuela ha scritto:Grazie, lo ha accennato ieri Colantoni.
Ad oggi è un contenuto accessibile solo agli abbonati Sky Sport. Lo avevano reclamizzato e l'ho cercato per mezz'ora salvo poi capire che la mia ricerca su Sky non lo trovava perché ho l'abbonamento base.
Mi chiedo come mai i diritti siano stati gestiti in questo modo...

A cosa ti riferisci? Perché il documentario in questione non c'è proprio su Sky ma magari mi sfugge qualcosa.

Io l'ho cercato un paio di mesi fa ed era tra i contenuti di Sky Sport (che non potevo vedere perché ho l'abbonamento base). Non so se ora che passa in RAI l'hanno tolto dal palinsesto...

Emanuela ha scritto:
Io l'ho cercato un paio di mesi fa ed era tra i contenuti di Sky Sport (che non potevo vedere perché ho l'abbonamento base). Non so se ora che passa in RAI l'hanno tolto dal palinsesto...

Sicura fosse lo stesso? Io questo l'ho sentito nominare per la prima volta in primavera, quando era ancora aperta la raccolta fondi e la produzione non era del tutto conclusa ed era specificato che sarebbe andato in onda per la prima volta appunto questa estate sulla Rai.

Heinrich ha scritto:

Emanuela ha scritto:
Io l'ho cercato un paio di mesi fa ed era tra i contenuti di Sky Sport (che non potevo vedere perché ho l'abbonamento base). Non so se ora che passa in RAI l'hanno tolto dal palinsesto...

Sicura fosse lo stesso? Io questo l'ho sentito nominare per la prima volta in primavera, quando era ancora aperta la raccolta fondi e la produzione non era del tutto conclusa ed era specificato che sarebbe andato in onda per la prima volta appunto questa estate sulla Rai.

No, non avendolo visto la sicurezza non ce l'ho. Quando torno a casa cerco meglio, ma sicuro il titolo era lo stesso...

Sono due cose diverse, quello di Zorzi era una specie di intervista a puntate, chiamato "processo alla vittoria" dalla prospettiva del "perché non abbiamo vinto le olimpiadi", un lavoro un po' introspettivo alla Zorzi, per capirci, molto bello e pienissimo di retroscena.
Qui il link della prima puntata
https://youtu.be/QXwdhtG23Rk?si=Kx05lzKPp0rqoywr

Il documentario, credo, sarà qualcosa di piu' celebratorio, vedremo.

Ho visto ora che Pinguino lo aveva già postato all'inizio del thread. Sorry

Ma hanno cambiato programmazione? Non mi pare che stasera su Rai2 siano intenzionati a trasmetterlo.


Edit: ho visto ora che è programmato per le 21:20.
Avevo letto in rete 20:30.
Meglio così, buona visione!

Ho appena finito di vedere il documentario, tutto sommato l´ho trovato bello.

C é´ stato un errore incredibile per la sua immensita´ in avvio, la frase "prima del 1989 l´Italia non aveva mai vinto nulla..."  scritta forse da qualche "inesperto" che non è neppure andato a controllare (per la cronaca seconda ai mondiali del 1978 e bronzo olimpico a Los Angeles nel 1984), errore ancora piu´grave visto che il primo documentario sulla pallavolo e´ proprio dedicato all´argento mondiale del 1978.

Dopodicche´pero´il documentario e´andato in crescendo: la carica umana dei nostri giocatori è evidente, unita anche ad una grande modestia.

Peccato che siano mancate le interviste a molti protagonisti, Andrea Lucchetta su tutti.

Unito al documentario di Andrea Zorzi "Processo alla Vittoria" rende bene l´idea di cosa sia stata la pallavolo italiana in quel periodo a livello nazionale italiana.

Io ho trovato sempre molto attuale la frase di Velasco che dice che la squadra migliore non necessariamente è fatta dai giocatori migliori...

E poi si, chissà perché mancano le interviste a Lucchetta, Sartoretti o Meoni...

@Pinguino_70
Suppongo che il senso fosse che non avevamo mai vinto una manifestazione.

L'assenza di Lucchetta lascia un vuoto. Non vorrei sbagliarmi, ma non compare neanche nel documentario di Zorzi. Escluderei che voglia prendere le distanze da quel periodo, forse non condivide l'impostazione di Zorzi che anche nel documentario Rai, pur non essendo tra gli autori, ha contribuito alla ideazione.

Filo ha scritto:@Pinguino_70
Suppongo che il senso fosse che non avevamo mai vinto una manifestazione.

L'assenza di Lucchetta lascia un vuoto. Non vorrei sbagliarmi, ma non compare neanche nel documentario di Zorzi. Escluderei che voglia prendere le distanze da quel periodo, forse non condivide l'impostazione di Zorzi che anche nel documentario Rai, pur non essendo tra gli autori, ha contribuito alla ideazione.

devo rileggere la frase precisa, ho registrato la puntata...sperando che la registrazione non sia stata bloccata .

Nel documentario di Andrea Zorzi parlano tutti in ogni episodio, e vige un´atmosfera come tra vecchi amici, inoltre tutti i giocatori esprimono la loro opinione sull´ argomento della puntata; Martinelli, Anastasi e Masciarelli questa sera non li ho neppure sentiti nominare (Anastasi mi sembra di si´pero´).

A me a differenza di  @Pinguino_70 il docu di Zorzi visto parecchi anni fa mi lasciò l'impressione, o meglio me la confermò, di tante personalità diverse, alcune incompatibili a livello caratteriale, Lucchetta su tutti, che lì c'era, che però in Nazionale ci davano sotto per l'obiettivo e le idiosincrasie le lasciavano in secondo piano fin quasi a farle scomparire.
In questo documentario, grazie ai filmati, ai titoli dei giornali cartacei (si leggevano all'epoca) aiuta ad entrare di più in quel clima "preistorico", ma per la durata (quello di Zorzi è a puntate su youtube e dura un botto) e per la Velasco-centricità che gli è stata data, fa risaltare meno la disomogeneità di quel gruppo. Tante personalità diverse, che si "spintonavano" anche di brutto, ma che poi si metteva sotto una volta chiamati in causa.
Come avete visto hanno vinto da squadra e perso da squadra. 

Capitolo Velasco. Avevo completamente dimenticato che sul vantaggio Olanda nel tb avesse ancora un time out. Giani questo appunto glielo ha fatto, da giocatore che poi ha sbagliato il punto (sbagliato per modo di dire... ha ragionato da fuoriclasse quale era), ma anche da allenatore qual è adesso.
E Velasco dal montaggio del docu sembra non avere risposte.

Velasco che in controluce pare aver fatto capire che il "problema" delle Olimpiadi fosse lui. Troppo "personaggi" tutti alla prima ma lui in primis, troppo "tuttologo" lui alla seconda.
Speriamo che non sia troppo "salvatore della patria" alla terza.

E comunque anche da questo mio commento si vede come noi italiani (solo?) siamo troppo attaccati ai personaggi e li esaltiamo quando vanno bene e li affossiamo quando vanno male.

Resta il fatto che una nazionale che cicca due olimpiadi su due, fenomeni certamente lo erano e lo rimarranno sempre, ma squadra del secolo bho...

Qual era  il vostro "fenomeno" preferito?
Il mio era Zorzi. E lo rimane tutt'ora.

Pinguino_70 ha scritto:
C é´ stato un errore incredibile per la sua immensita´ in avvio, la frase "prima del 1989 l´Italia non aveva mai vinto nulla..."  

Vinto nel senso di arrivare primi.
La retorica de coubertiniana vuole far credere che l'argento e il bronzo si "vincono" in realtà sono una sconfitta. Chiunque ha gareggiato per qualsiasi cosa, fosse anche la corsa nei sacchi, sa che se arrivi secondo anche se ti danno la coppa di salame, hai comunque perso e non vai al bar a vantarti del tuo secondo posto, se non vuoi farti prendere in giro   

A proposito. Le medaglie ormai sono un rito e i riti non si toccano.
Ma quanto sono ottocenteschi come concezione? Ogni tanto ci rifletto. Noi umani facciamo cose che diamo per scontate, che in realtà se venissero razionalizzate perderebbero del tutto quel senso che noi pensiamo abbiano.

Altre riflessioni:
Dopo il mondiale erano dappertutto divennero famosi e la pallavolo cominciò a diventare "ricca" e riconoscibili i suoi interpreti. Ma non è diventata mai uno sport italiano di tutti gli italiani. Quello è  solo e soltanto il calcio.
La pallavolo, come lo sci, il tennis, il nuoto, il basket, ecc... gode di popolarità in base ai risultati e diventa uno sport che tira solo se vince, altrimenti scompare. E i suoi interpreti vincenti diventano meteore nella memoria collettiva dell'italiano medio tranne rare eccezioni che diventano famosi come "personaggi da comparsata televisiva" che facevano anche quello sport, ma glielo devono ricordare ogni volta.
Il calcio invece nonostante perda da anni (la gen z non ha mai visto l'italia giocare ai mondiali, per dire), eppure tutti conoscono i giocatori anche se di livello medio basso.
Se vai dalla casalinga di Voghera o dal fattore di Potenza (che sono gen x, come me) magari sanno chi è Messi, Mbappè ma pure Donnarumma e Spalletti, sicuro conoscono Rossi, Zoff, Baggio, Del Piero, Totti ma prova a dirgli chi sono Zorzi, Zaytsev, Michieletto, Piccinini, Lo Bianco o Egonu e vedi che facce ti fanno.

Quindi questa retorica del "siamo diventati uno sport nazional-popolare" lascia un po' il tempo che trova.
Certo noi dalla nostra bolla siamo convinti che sia seguitissimo e come il signor P ci stupiamo o diamo la colpa ai mulini a vento quando la Supercoppa fa bassi ascolti. Ma la realtà è  quella di cui sopra, cioè il volley tira solo a livello di Europei, Mondiali e Olimpiadi, se vince (o arriva in finale).

MarcoB ha scritto:Qual era  il vostro "fenomeno" preferito?
Il mio era Zorzi. E lo rimane tutt'ora.

Zorzi e' adorabile come persona, oltre che un grande campione ma per me il migliore rimane in assoluto Lollo Bernardi, di testa e tecnica.

MarcoB ha scritto:Altre riflessioni:
Dopo il mondiale erano dappertutto divennero famosi e la pallavolo cominciò a diventare "ricca" e riconoscibili i suoi interpreti. Ma non è diventata mai uno sport italiano di tutti gli italiani. Quello è  solo e soltanto il calcio.
La pallavolo, come lo sci, il tennis, il nuoto, il basket, ecc... gode di popolarità in base ai risultati e diventa uno sport che tira solo se vince, altrimenti scompare. E i suoi interpreti vincenti diventano meteore nella memoria collettiva dell'italiano medio tranne rare eccezioni che diventano famosi come "personaggi da comparsata televisiva" che facevano anche quello sport, ma glielo devono ricordare ogni volta.
Il calcio invece nonostante perda da anni (la gen z non ha mai visto l'italia giocare ai mondiali, per dire), eppure tutti conoscono i giocatori anche se di livello medio basso.
Se vai dalla casalinga di Voghera o dal fattore di Potenza (che sono gen x, come me) magari sanno chi è Messi, Mbappè ma pure Donnarumma e Spalletti, sicuro conoscono Rossi, Zoff, Baggio, Del Piero, Totti ma prova a dirgli chi sono Zorzi, Zaytsev, Michieletto, Piccinini, Lo Bianco o Egonu e vedi che facce ti fanno.

Quindi questa retorica del "siamo diventati uno sport nazional-popolare" lascia un po' il tempo che trova.
Certo noi dalla nostra bolla siamo convinti che sia seguitissimo e come il signor P ci stupiamo o diamo la colpa ai mulini a vento quando la Supercoppa fa bassi ascolti. Ma la realtà è  quella di cui sopra, cioè il volley tira solo a livello di Europei, Mondiali e Olimpiadi, se vince (o arriva in finale).

Innegabile cio' che dici, ma se un atleta in un anno passa a prendere 10 o 20 volte quello che prendeva l'anno prima, parlare di salto di qualita' e' abbastanza legittimo. Questo e' quello che successe alla pallavolo nel '90.

MarcoB ha scritto:

Pinguino_70 ha scritto:
C é´ stato un errore incredibile per la sua immensita´ in avvio, la frase "prima del 1989 l´Italia non aveva mai vinto nulla..."  

Vinto nel senso di arrivare primi.
La retorica de coubertiniana vuole far credere che l'argento e il bronzo si "vincono" in realtà sono una sconfitta. Chiunque ha gareggiato per qualsiasi cosa, fosse anche la corsa nei sacchi, sa che se arrivi secondo anche se ti danno la coppa di salame, hai comunque perso e non vai al bar a vantarti del tuo secondo posto, se non vuoi farti prendere in giro   

A proposito. Le medaglie ormai sono un rito e i riti non si toccano.
Ma quanto sono ottocenteschi come concezione? Ogni tanto ci rifletto. Noi umani facciamo cose che diamo per scontate, che in realtà se venissero razionalizzate perderebbero del tutto quel senso che noi pensiamo abbiano.

la medaglia d'argento sa di sconfitta, e' vero, ma quella di bronzo no, e' comunque una vittoria. Dipende dal torneo comunque dopo qualche anno si rivalutano. Certo le Olimpiadi fanno, come al solito, categoria a se'.

MarcoB ha scritto:Qual era  il vostro "fenomeno" preferito?
Il mio era Zorzi. E lo rimane tutt'ora.

Io purtroppo ho sempre mal tollerato Lucchetta fin dalla prima volta che vidi la Philips Modena dal vivo nel 1990 ma già allora adoravo Bernardi e Cantagalli.
Poi complice l'adesione ai campi estivi della Maxicono, ho puntato verso Parma (e di conseguenza Giani e Zorzi).

Però Bernardi è tornato al primo posto una volta passato alla Sisley e da lì non si è più mosso... fino all'arrivo di Giannelli

Filo ha scritto:@Pinguino_70
Suppongo che il senso fosse che non avevamo mai vinto una manifestazione.

L'assenza di Lucchetta lascia un vuoto. Non vorrei sbagliarmi, ma non compare neanche nel documentario di Zorzi. Escluderei che voglia prendere le distanze da quel periodo, forse non condivide l'impostazione di Zorzi che anche nel documentario Rai, pur non essendo tra gli autori, ha contribuito alla ideazione.

Non vorrei sbagliarmi, ma credo che nel documentario di Zorzi ci fosse. Il problema di Lucchetta e' sempre stato l'autoreferenzialismo, lo era allora e lo e' anche adesso.

Pinguino_70 ha scritto:

Filo ha scritto:@Pinguino_70
Suppongo che il senso fosse che non avevamo mai vinto una manifestazione.

L'assenza di Lucchetta lascia un vuoto. Non vorrei sbagliarmi, ma non compare neanche nel documentario di Zorzi. Escluderei che voglia prendere le distanze da quel periodo, forse non condivide l'impostazione di Zorzi che anche nel documentario Rai, pur non essendo tra gli autori, ha contribuito alla ideazione.

devo rileggere la frase precisa, ho registrato la puntata...sperando che la registrazione non sia stata bloccata .

Nel documentario di Andrea Zorzi parlano tutti in ogni episodio, e vige un´atmosfera come tra vecchi amici, inoltre tutti i giocatori esprimono la loro opinione sull´ argomento della puntata; Martinelli, Anastasi e Masciarelli questa sera non li ho neppure sentiti nominare (Anastasi mi sembra di si´pero´).

Anastasi si vede in piu' di un'inquadratura, lo si sente anche parlare nelle riprese dell'epoca. Il Mascia viene nominato, ne sono abbastanza certa. Martinelli, non mi pare proprio.

Non so voi, ma io, comunque da quel colpo di Giani fuori banda, alla finale di Atalanta, devo ancora distogliere gli occhi...

il sollievo tra me e me di dire, bene Tofoli l'ha data a Giani - che dopo Lollo era LA sicurezza - e poi il ghiaccio giu' per la schiena..
che roba brutta...

non so, forse era meglio vederlo a ferragosto, 'sto documentario, qui...

babs ha scritto:

MarcoB ha scritto:Qual era  il vostro "fenomeno" preferito?
Il mio era Zorzi. E lo rimane tutt'ora.

Zorzi e' adorabile come persona, oltre che un grande campione ma per me il migliore rimane in assoluto Lollo Bernardi,  di testa e tecnica.

Ai tempi di tecnica e testa non ci capivo una mazza, adesso ancora meno. Di Zorzi mi piaceva il fatto che aveva lo stile e l'estetica (oggi diremmo mood) da outsider e io ho sempre avuto un debole per gli outsider.

Poi col tempo ho apprezzato anche il fatto che in effetti era fuori dagli schemi davvero, da cui la buona testa che dimostra sempre di avere, anche ieri.